Lettera del Sindaco per l'inizio dell' anno scolastico 2022/23

 

Carissimi, mercoledì 14 settembre le porte delle nostre Scuole si riapriranno per riprendere il bello, entusiasmante e arricchente percorso educativo. Gli anni scolastici che ci lasciamo alle spalle e quello che ci accingiamo ad iniziare sono caratterizzati - e i prossimi anche condizionati - dai grandi sommovimenti provocati dal surriscaldamento globale, dalla pandemia, dall’aggressione armata contro l’Ucraina e dalla conseguente crisi energetica, destinata a proiettarsi verso un futuro prossimo carico di interrogativi.


Cari Ragazzi, Voi mi insegnate che non si va a scuola solo per apprendere delle discipline, ma si studiano le varie discipline per cercare di comprendere qualcosa di più del Mondo, degli Altri e di noi stessi. E per questo la scuola è fondamentale perché a “scuola si fatica meno perché si pensa insieme”, come affermato da una bambina. Facendo un piccolo esempio, se vogliamo riflettere e rispondere alla pandemia e alle sue conseguenze sulla nostra vita quotidiana, se vogliamo dare un giudizio oggettivo sull’aumento spropositato delle spese per gli armamenti, che sono raddoppiate dall’inizio del nuovo millennio, abbiamo, sì, bisogno di matematica e statistica, ma anche di geografia e scienze. Solo così possiamo seguire gli spostamenti dell’epidemia, comprendere il proliferare di catastrofi “non naturali” dovute al surriscaldamento globale, o le possibili conseguenze di disastri derivati dal cattivo uso dell’energia nucleare. E ancora, necessitiamo della letteratura e della storia per comprendere cosa comporta convivere a lungo con una pandemia o con la guerra. Questo ci è reso possibile dalle narrazioni di peste e di guerre che, arrivate a noi attraverso la storia e la letteratura, ci aiutano a comprendere ciò che accade oggi attorno a noi e in noi e ci consentono di avviare cammini di vita costruttivi per tutti. Infatti, grazie alla storia e alla narrativa letteraria possiamo confrontare le esperienze di altri e del passato con ciò che viviamo noi in seguito alla pandemia e ai nostri incontri con i profughi di guerre e di povertà, confrontando le nostre sensazioni su come abbiamo vissuto i mesi trascorsi con i ricordi e i racconti di chi è profugo ed è approdato tra noi per ragioni di guerra o di povertà dovute ai cambiamenti climatici o alle ostilità tra i popoli.


Egregi Insegnanti, Voi questo anno scolastico vi pone d'innanzi questioni di grande delicatezza perché sarete chiamati, con sensibilità da rabdomanti, a portare in superficie e aiutare a riconoscere e valorizzare le energie vitali alle quali bambine e bambini, ragazze e ragazzi hanno attinto nei mesi di reclusione domestica, e a porvi in ascolto dando valore a esperienze del tutto inedite nelle relazioni familiari e nella frequentazione assidua della "rete" e di musica e di audiovisivi di cui s’è fatta indigestione; pur tra mille contraddizioni, offrono vaste praterie di apprendimenti informali a coloro che vogliono o sono capaci di costruirsi bussole efficaci per orientare i loro viaggi di conoscenza. Per far sì che emozioni e privazioni così profonde e contraddittorie non restino sepolte ma arrivino a prendere forma e corpo per la crescita della persona, avrete l’occasione e la possibilità di guardarle come attraverso lo specchio dello scudo di Perseo, evocato da Italo Calvino nella sua lezione americana dedicata alla leggerezza. Infatti, per non restare paralizzati dallo sguardo pietrificante di Medusa, come dal virus che ha bloccato per molto tempo ogni cosa e dalle minacce di una guerra vicina che moltiplica ansie ed angosce tra i più giovani, dobbiamo e possiamo imparare - tutti - a guardare in modo indiretto. E’ a questo che serve la cultura e dunque la Scuola: a osservare ciò che accade fuori e dentro di noi rimbalzando lo sguardo e la ricerca della verità e del bene su opere d’arte o di scienza capaci di rendere la scena intima e la scena planetaria meno oscure e meno opache.

 

Carissimi, per questo anno scolastico dobbiamo rimboccarci le maniche poiché "capire è cambiare e se non cambiamo vuol dire che non abbiamo capito".

 

A tutti voi un caro saluto e buon lavoro!

 

Il Sindaco
Letizia Perticaroli